Bio

Sono nato a Cantù il 7 marzo 1978. Dopo essermi diplomato presso l’Istituto Statale d’arte di Giussano ho frequentato il primo corso di Design del Gioco e Giocattolo svoltosi a Milano nel 1998 inserendomi poi nel settore come inventore di giochi e scultore di miniature. Nel 2014 ho frequentato il Corso di Alta Formazione in Design del Giocattolo “Design for kids and toys” presso il Polidesign del Politecnico di Milano. Successivamente ho partecipato ad alcune opere di restauro come quello delle chiuse leonardesche dei Navigli di Milano. Nel 2017 sono approdato alla Five Gallery di Lugano, dove sono presenti alcuni miei lavori e ho ricevuto il premio speciale della critica alla rassegna internazionale d’arte “Premio Ligures”. La prima mostra (“Base Terra”) avviene a Milano nel febbraio 2018, a cui seguono varie collettive tra Lugano, Roma, ancora Milano e New York.
Per le mie opere (produzione iniziata nel 2015) utilizzo materiali vari, tra cui legno, plexiglass, stoffe, stucchi e materiali per edilizia.

Il mio lavoro parte dal mio rapporto col Tutto, a cavallo tra scienza e spiritualità, intese come entità indivisibili e imprescindibili. La ricerca di un proprio spazio (o Spazio) in cui si fondono idee, desideri e dimensioni tra luoghi reali, idealizzati o immaginari, in cui la messa a fuoco determina il senso di sé e di ciò che ci circonda.


“Stefano realizza splendidi quadri aticipi e difficilmente classificabili che, insieme al resto della sua variegata produzione artistica, fanno di lui un outsider. Usa il plexiglass ma privilegia il supporto ligneo: massello o multistrato, liscio o intagliato. Stefano lavora su queste superfici con stucchi epossidici, araldite, prodotti per edilizia e materiali specifici per microscultura. Rappresenta luoghi reali, visioni dallo spazio profondo che diventano luoghi ideali sublimati. L’approccio è inizialmente scientifico ma nel divenire del processo creativo muta e fluttua imprevedibilmente fino a rovesciarsi nel suo solo apparente contrario, cioè afflato mistico di ricerca e rappresentazione dell’Amore in quanto Armonia e Bellezza come massime espressioni dell’Universo. Aspetto cardinale dell’opera di Stefano è l’approccio intimista volto alla focalizzazione dell’opera come riflessione, grazie alla quale si raccoglie e dialoga con sè stesso. Ammirando le opere dell’artista ci si sofferma si riflette, uscendo dal vortice mondano del “tutto e subito”. L’Artista giunge a siffatti vertici filosofici e concettuali attraverso esperienze umane ed artistiche complesse e dolorose. Studia e lavora in modo dinamico e riflette sull’Esistenza e sul Creato sempre con pensiero libero, istintivo , mai accademico. Ha un approccio scientifico stringente che lo conduce ad un meccanicismo binario fino all’inevitabile rovesciamento grazie al quale l’artista distilla una sintesi diremmo yogica, in cui il punto di partenza e di arrivo è l’ Universo inteso come Materia, ma in suprema istanza Energia e infine Amore e Bellezza.”

Laura Ferrario – Enciclopedia d’Arte Italiana



“L’artista è un astronauta. Esploratore degli spazi impossibili, delle aperture siderali. La sua produzione artistica lascia pensare a una sorta di teatro delle pose che unisce la visionarietà creativa di Georges Méliès e lo spirito documentaristico dei fratelli Auguste e Louis Lumière. Del resto le immagini di superfici lunari, marziane e di altri pianeti persi nello spazio in qualche modo richiamano in modo molto forte lo strumento audiovisivo, in particolare quello televisivo. È sullo schermo che nasce la prima vera inquadratura stralunata di una superficie non terrestre e per la prima volta il nostro sguardo è partecipe di una visione bellissima e terrificante. Ma è anche partecipe di quel gioco, che fa parte della riproduzione audiovisiva, che si diverte ad esplorare l’intersezione tra finzione e realtà. Ed è proprio in questa intersezione che il lavoro di Stefano Lorenzo Cavané trova terreno fertile per mettere radici e farci sognare spazi impossibili nello spazio dello studio di un artista.” 

Lara Nuvoli per Promarte